Descrizione
Aperto nel 2009, č suddiviso in tre sezioni: Paleontologia, dove vengono conservati resti fossili di ammoniti e di mammiferi del territorio, Preistoria e Protostoria, ed Archeologia Classica, dove sono conservati reperti etruschi.
Aperto nel 2009, č suddiviso in tre sezioni: Paleontologia, dove vengono conservati resti fossili di ammoniti e di mammiferi del territorio, Preistoria e Protostoria, ed Archeologia Classica, dove sono conservati reperti etruschi.
Indirizzo: Via Cornaletto 4/C - 06073 Corciano Centro
Sono presenti nelle immediate vicinanze parcheggi gratuiti e nella piazza antistante.
È possibile accedere al museo Antiquarium e all’Infopoint direttamente dal parcheggio B. La visita alle Sale dell’Antiquarium è resa possibile dalla presenza di ascensore e rampa per disabili.
MUSEO ANTIQUARIUM
L’Antiquarium comunale di Corciano è situato in bella posizione al margine occidentale della città, subito fuori la poderosa cinta muraria quattrocentesca e propone un nuovo modo di concepire l'attività museale, non più come luogo di esposizione statica, ma come veicolo di conoscenza dinamica. Aperto nel 2009, è suddiviso in tre sezioni:
Paleontologia
La visita dell’Antiquarium inizia con la sezione paleontologica. I resti fossili di ammoniti mesozoici di Migiana (Giurassico inferiore) e quelli di mammiferi quaternari di Ellera (Pleistocene inferiore), accompagnati da un aggiornato apparato didattico, illustrano due lontane e importanti tappe della storia del territorio di Corciano.
Preistoria e Protostoria
Nell’assenza di testimonianze riferibili al territorio di Corciano, la Collezione Augusto Mori, costituita principalmente da manufatti litici raccolti in varie località della regione, offre un interessante quadro dell’Umbria preistorica. I materiali più significativi sono stati raccolti nei pressi di Sant’Egidio (Assisi) ed appartengono a due gruppi principali, uno riferibile al Paleolitico superiore, l’altro all’età del Rame.
Nell’età del Bronzo il territorio di Corciano svolse un ruolo di collegamento tra Perugia e il lago Trasimeno, dove sono state rinvenute significative testimonianze di questo periodo. Nella prima età del Ferro, tra Perugia e il lago si affermò quella che viene abitualmente definita “Cultura Villanoviana”, caratterizzata da un patrimonio di decorazioni geometriche incise sulle superfici dei vasi, disposte a sottolinearne le varie parti.
Archeologia Classica
La sezione di archeologia classica si apre con la presentazione dell’età arcaica. Nell’aprile del 1812, nei pressi di Castel San Mariano, fu rinvenuta in circostanze fortuite una ingente quantità di bronzi di età arcaica appartenenti alla sepoltura o, forse, al ricco deposito di potenti personaggi. I materiali erano parte di un imponente armamentario per la preparazione dei cibi, per il banchetto, oltre che strumenti di uso personale e lamine di rivestimento di tre carri, due currus ed un carpentum, simboli di ricchezza e di potere, che gli scavatori clandestini vendettero subito dopo la scoperta ai maggiori collezionisti del tempo e successivamente acquisite dal Museo Archeologico di Perugia e da altri importanti musei europei. Nell’Antiquarium si presentano le ricostruzioni a grandezza naturale di uno dei due currus e del carpentum.
Alla parte dedicata a San Mariano segue il sarcofago delle Volpaie che appartiene ad una tipologia di monumenti realizzata con una varietà di calcare, nota come pietra fetida, diffusa nei territori di Chianciano, Chiusi, Cetona e Sarteano. Sarcofagi fatti con questo materiale sono presenti in varie località dell’Etruria interna; la loro produzione viene fatta risalire all’area chiusina a partire già dalla fine del VI sec. a.C., con massima fioritura nel V sec. a.C. ed una limitata ripresa tra la fine del IV e la metà del III sec. a.C.
Segue la sezione dedicata ai santuari, incentrata sull’esposizione di bronzetti votivi ed elementi decorativi in terracotta. Sviluppatisi lungo le principali vie di comunicazione e al culmine dei rilievi, i santuari erano semplici recinti o altari dedicati alle divinità, alle quali venivano offerti voti a tutela della salute del corpo, della fecondità e del benessere degli allevamenti.
L’età ellenistica è rappresentata dai materiali recuperati nelle necropoli di Strozzacapponi e di Fosso Rigo. Particolarmente interessanti sono le ricostruzioni, a dimensione naturale, di tre sepolture, con i materiali di corredo collocati nella posizione originaria di ritrovamento all’interno della camera, oltre all’intero corredo della Tomba dei Letti funebri, costituito da otto urne in travertino caratterizzate ancora dalle ricche policromie del tempo, da materiali ceramici e dagli elementi in bronzo di due letti funebri dei quali sono presentate le ipotesi ricostruttive.
Segue la sezione dedicata alla presenza romana nel territorio che fu intensa e favorita da un articolato sistema di strade che aveva nella via Amerina l’asse di riferimento. Il carattere etrusco dei costumi, dei riti e dei monumenti restò comunque inalterato fino alla vigilia del definitivo prevalere di Roma, in seguito agli avvenimenti che segnarono profondamente il territorio nel I sec. a.C. Con la romanizzazione, la campagna corcianese venne progressivamente occupata con la costruzione di villae, tipiche strutture insediative con una parte riservata a fini residenziali ed un’altra destinata all’attività produttiva. Di questa fase si presentano piccoli oggetti di uso domestico, parti di abitato e due sepolture con i relativi corredi.
All’età imperiale potrebbero appartenere i due leoni in travertino noti come “simbolo del borgo di Corciano”: due integerrimi guardiani che proteggono le mura e la storia del piccolo paese. Le prime notizie sulle due sculture sono contenute nel Codice Vaticano Latino 4834 all’interno de “Il Conto di Corciano e di Perugia” ovvero la leggenda di fondazione del borgo di Corciano ad opera di Coragino, compagno di Ulisse e su di essi è narrata un’antica leggenda, che spiegherebbe il motivo per cui una delle due figure presenta la testa scalfita. Dalle origini di Corciano fino al 2008, i leoni sono stati alla guardia dell’ingresso del borgo. Ragioni di tutela e conservazione hanno reso necessario, a fine 2008, il loro trasferimento all’interno dell’Antiquarium e il vuoto da loro lasciato nel paese è stato così sentito da Corcianesi e turisti, che, nel 2024, il Comune ha realizzato delle copie a grandezza naturale degli originali che sono state ricollocate nella loro storica ubicazione.
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